mercoledì 30 settembre 2015

Rivoluzione delle auto, secondo un sondaggio arriverà da Google e Apple


Da uno specifico studio di settore, l’entusiasmo per le vetture con guida autonoma appare ancora limitato. I potenziali clienti hanno fiducia in ciò che potrebbe arrivare da Google e Apple.




Lo studio intitolato “Global Automotive Mobility” dei consulenti di Arthur D. Little fa luce su tre mega-trend che nelle aspettative dell’industria automobilistica si ritiene potranno caratterizzare il prossimo decennio, quali il car-sharing, le vetture con guida autonoma e la mobilità elettrica. Sono stati analizzati i risultati di un sondaggio che ha coinvolto 65.000 clienti finali in 10 mercati, mostrando un’industria, quella automobilistica, che sta affrontando cambiamenti enormi.

L’entusiasmo per le vetture con guida autonoma appare ancora ragionevolmente limitato. Solo un terzo delle persone che ha risposto al sondaggio afferma la volontà di utilizzare tale tipologia di auto. Allo stesso modo, le prospettive dell’e-mobility non appaiono particolarmente brillanti. I prezzi alti, la limitata gamma di prodotti e il limitato numero di stazioni di ricarica sembrano essere gli ostacoli principali. Smentita, invece, l’affermazione che possedere un auto di proprietà non sia più importante per le nuove generazioni.

I potenziali clienti appaiono scettici riguardo al più grande trend atteso dall’industria, le vetture a guida autonoma. Come accennato solo un terzo dei rispondenti afferma la volontà di utilizzare una vettura a guida autonoma. Il 42% dei rispondenti afferma di voler utilizzare una vettura a guida autonoma, mentre il 30% ha dubbi a riguardo e il 28% la considera una possibilità.

Il team ha anche evidenziato la domanda relativa a quali aziende riscontrino la fiducia dei Consumatori nel portare vetture a guida autonoma affidabili in produzione di serie. Sebbene la maggior parte delle case automobilistiche intervistate godano di elevata fiducia da parte dei consumatori nei loro mercati nazionali, Google e Apple hanno segnato il punteggio più alto per quanto riguarda il global reach. Il sondaggio evidenzia un consenso globale sulla mobilità elettrica: i principali ostacoli alla rivoluzione della mobilità elettrica sono i prezzi elevati (64%), la gamma di prodotti limitata (53%) e il numero insufficiente di stazioni di ricarica (41%).

Lo studio mostra come il concetto di mobilità stia cambiando profondamente nella mente dei consumatori, soprattutto nelle megalopoli globali, dove i modelli classici di mobilità non sono in grado di risolvere i problemi attuali degli utenti finali. Il car-sharing e i servizi di guida avranno dunque un ruolo importante in queste aree. Per molto tempo, una delle principali assunzioni alla base di questa evoluzione è stata il fatto che il ruolo della vettura come status symbol sarebbe diminuito, a favore di un incremento nell’utilizzo del car-sharing. Tuttavia, come evidenziato da Wolf-Dieter Hoppe, Associate Director della Practice Automotive di Arthur D. Litt, “Il Car-sharing non sostituirà le vetture private –mentre è visto come un’opzione aggiuntiva di mobilità”.

venerdì 25 settembre 2015

IBM rivela IoT per le automobili

Internet of Things (IoT) for Automotive di IBM aiuta a rendere i dati disponibili ai guidatori, per instradarli sui percorsi più efficienti in termini del traffico




Internet of Things (IoT) for Automotive aiuta a rendere i dati disponibili ai guidatori, per instradarli sui percorsi più efficienti in termini del traffico.
È alto il potenziale dei sistemi cloud-based, destinati a giocare il ruolo di leva nel futuro delle connected cars e nella tecnologia in-cars.

Le case automobilistiche tedesche BMW, Mercedes-Benz e Audi stanno assumendo esperti di software per rispondere alla sfida di Google, Uber (che ha assunto gli hacker della Jeep di Fca) e, chissà in futuro, di Apple car.

IoT for Automotive sarà integrata in IoT Foundation di IBM, lanciato a inizio anno, che fornisce una piattaforma costruita in partnership con ARM per creare software ed hardware che si connette con un’ampia gamma di dispositivi connessi e miete i dati. Ibm Foundation permette a IoT for Automotive di collezionare i dati da sensori individuali in un’auto e li combina con dati provenienti da altre fonti, come geo-localizzazione, informazioni clienti e storia del veicolo e li analizza in real time grazie al cloud computing. L’informazioni derivanti da terze parti possono essere aggiunte da un mix di first-party e sensor data, per ottenere un’immagine delle attività dell’auto e del guidatore.

Tutto questo con Fleet2Track lo potete già fare.


lunedì 21 settembre 2015

Smart city, il futuro è l’auto senza conducente e i semafori scompariranno


I ricercatori di Cnr e Mit: «Si passerà dal possesso all’accesso»


Il futuro sta già cominciando», spiega Paolo Santi, ricercatore del Cnr che al «Senseable City Lab» del Mit di Boston coordina i progetti sulla mobilità incrociando tecnologie digitali, big data e sistemi di trasporto. «La città davvero all’avanguardia nel campo del trasporto pubblico è senz’altro Singapore – racconta –. Dove dal 2016 partirà un nuovo progetto a cui collabora anche il Mit per introdurre auto senza conducente in ambiente urbano aperto». Sarà un processo graduale: serviranno 5 anni per affinare le tecnologie e poi passare alla produzione di massa. «Si partirà con un decina di auto, all’inizio ci saranno dei conducenti/tutor che affiancheranno i passeggeri per superare la diffidenza iniziale di un’auto che si guida da sola. Nasceranno Ztl dedicate e si realizzeranno i primi semafori intelligenti». Un campo questo dove la ricerca dell’Mit è particolarmente avanti. 

ADDIO A SEMAFORI E CODE  
Il progetto si chiama «Wave» (il demo video su senseable.mit.edu/wave) e facendo leva sulle auto senza conducente punta a sviluppare di qui a pochi mesi i primi prodotti commerciali in grado di assegnare di fatto una sorta di «slot» ad ogni vettura, abolire così i semafori, causa spesso di lunghe code e forte inquinamento, e consentire il raddoppio dei flussi di traffico rispetto al vecchio sistema riducendo del 30% le emissioni inquinanti. L’altra chiave di volta della mobilità futura passa attraverso la sharing mobility che porta sempre più persone nel mondo, Italia compresa, a condividere auto, autobus e pullman. Nelle grandi metropoli, ma non solo, la «nuova frontiera» ora è però rappresentata dalla possibilità di condividere fra più utenti lo stesso viaggio in taxi. A New York, dove il 40% del traffico è prodotto dagli spostamenti dei famosi yellow cab, si contano in media 500 mila corse al giorno.  

Al Mit hanno analizzato ben 110 milioni di queste corse arrivando alla conclusione che quasi tutti questi spostamenti può essere condiviso, con un taglio dei viaggi in taxi dell 40% servendo le stesse persone e soprattutto con una riduzione del traffico che oscilla tra il 16 ed il 20%. Un risultato davvero notevole che, secondo gli studi del Mit, può non vale solo per l’area superintasata di New York ma può essere replicato anche in città come San Francisco, Singapore o Vienna. «L’unico problema semmai – aggiunge Santi – è l’effettiva volontà di condividere con uno sconosciuto il sedile posteriore della vettura. Abbiamo tanti dati a disposizione ma non sappiano quale possa essere la reazione sociologica e psicologica dell’utente. E questo per noi rappresenta un campo ancora tutto da investigare». 

NEGLI USA UBER FA «POOL»  
Anche in questo però non parliamo del futuro. Uber, il servizio alternativo ai taxi nato nel 2009 negli Usa e che in Italia dopo il debutto è stato subito vietato, ha infatti lanciato in tre città (New York, Boston e di recente anche a San Francisco) Uberpool, che consente agli utenti di condividere la stessa corsa e quindi di risparmiare. E la «sindrome» del compagno di viaggio come si risolve? «ll trust, la fiducia, è la più grande sfida che si trova ad affrontare chi fa car-pooling», spiega Gianluca Cecchetti di BlablaCar Italia. «Noi l’abbiamo risolto introducendo un sistema di feedback». Negli Usa invece c’è una start-up che sta studiando il modo di incrociare i sistemi di prenotazione condivisa coi profili social dei possibili compagni di viaggio. Un po’ come farà a breve, in Italia, Gogobus col suo «social bus sharing». «L’amplificazione delle dinamiche di condivisione, la “sharing economy”, è certo uno degli aspetti più promettenti tra quelli destinati a cambiare nei prossimi anni dinamiche urbane e sistema dei trasporti pubblici», spiega Carlo Ratti, architetto/ingegnere, fondatore del Senseable City Lab del Mit. 

DAL POSSESSO ALL’ACCESSO  
«Stiamo passando dal possesso all’accesso, in molti ambiti. E le dinamiche di sharing economy applicate ai trasporti, quello che accade con BlablaCar e Uber, stanno già cambiando le carte in tavola. Questo perché le auto non sono un oggetto perfetto, in quanto sottoutilizzate. L’impatto e la possibilità di questo processo saranno evidenti con l’avvento delle «driverless car», le auto autonome. I principali istituti di ricerca – Google e Mit – hanno già lavorato ai primi prototipi, non si tratta dunque di una profezia». «Il futuro prossimo? Potrebbe accadere che la «mia» auto possa darmi un passaggio al lavoro e poi, invece di restare ferma in un parcheggio, portare a scuola i miei figli o quelli del vicino o chiunque altro presente nella mia rete sociale - conclude Ratti -. Il risultato sarà una città in cui tutti possono viaggiare on demand con un quinto delle auto in meno rispetto a oggi, minore impatto ambientale e gran risparmio di denaro, tempo ed energie. E pure la possibilità di liberare lo spazio della rete stradale che potrebbe essere riconvertito in aree verdi».  

giovedì 17 settembre 2015

Il 5G sarà un elemento-chiave delle auto del futuro




Il 5G sarà l’elemento chiave per lo sviluppo dei veicoli autonomi, la forza trainante delle applicazioni per veicoli che coinvolgono l’apprendimento automatico, i sistemi di frenata e di sterzo, l’integrazione ECU, i sistemi GPS ad alta precisione, e la fusione dei sensori.

l mondo assisterà presto all’affermazione del 5G come fusione di tecnologie preesistenti, tra cui 2G, 3G, 4G e Wi-Fi, per consentire una maggiore copertura, disponibilità e densità di rete. Grazie al suo principale fattore di differenziazione, ossia la maggiore connettività, il 5G sarà l’elemento chiave per lo sviluppo dei veicoli autonomi, dei servizi machine-to-machine e machine-to-infrastrutture e di Internet delle cose. Si diffonderà anche nell’ambito degli aggiornamenti over-the-air (OTA) poiché l’automazione di livello 3 o 4 richiede l’elaborazione di un’enorme quantità di dati in tempo reale. Attraverso il 5G, l’ambito degli aggiornamenti OTA sarà in grado di migliorare l’esperienza dei clienti e di risparmiare sulle spese di richiamo.

È quanto riportato in un’analisi di Frost & Sullivan, intitolata “The Global Advent of 5G in Cars”; in questa si prevede che i paesi asiatici come la Corea del Sud e il Giappone saranno i leader di mercato nella commercializzazione del 5G, superando i concorrenti statunitensi ed europei. Grazie alla diffusione delle connessioni LTE (Long-Term Evolution), tecnologia che è piuttosto forte nei paesi asiatici (vicina al 63% in Corea del Sud e al 44% in Giappone), le infrastrutture disponibili possono facilmente supportare il 5G.

I principali fornitori di servizi prevedono di implementare un progetto pilota alle Olimpiadi di Tokyo e alla FIFA World Cup in Russia entro il 2018. Nel frattempo, i fornitori di servizi asiatici come NTT, DoCoMo, Huawei e SKT hanno stretto varie partnership per sviluppare i test del 5G su diverse ampiezze di banda e per identificare il potenziale di questa tecnologia.

“La più grande sfida per i fornitori di servizi di rete è fare in modo che il 5G possa fornire una copertura end-to-end e raggiungere una latenza inferiore a un millisecondo,” ha spiegato l’analista Ramnath Eswaravadivoo, “Pertanto, i fornitori di servizi di rete avranno molto lavoro da fare per mantenere le promessa del 5G, ossia l’estensione senza soluzione di continuità dei servizi e della copertura ovunque e in qualsiasi momento, indipendentemente dal fatto che l’utente si trovi in una zona affollata come uno stadio o un centro cittadino, o in un villaggio o su treno ad alta velocità”.

Se da una parte si prevede che le auto altamente automatizzate saranno commercializzate soltanto entro il 2020, il 5G sarà la forza trainante delle applicazioni per veicoli che coinvolgono l’apprendimento automatico, i sistemi di frenata e di sterzo, l’integrazione ECU, i sistemi GPS ad alta precisione, e la fusione dei sensori. Il 5G faciliterà anche lo sviluppo dei dispositivi indossabili, come occhiali e orologi intelligenti, e contribuirà a rendere la realtà aumentata e la realtà virtuale caratteristiche comuni nelle automobili.

I dispositivi di Fleet2TRack lavorano già in questa direzione.

venerdì 11 settembre 2015

Big data e veicoli




Oramai siamo sempre più sommersi da informazioni di vario tipo e queste ci raggiungono ovunque e in qualunque momento della nostra giornata.

Arrivano dal pc, ma anche dallo smartphone e dai nuovi scenari che prendono il nome di IoT (internet delle cose).

Proprio in questa categoria possiamo inserire anche i mezzi che ogni giorni si spostano sulle strade e che se dotate di sistema satellitare, forniscono tutta una serie di informazioni.
Tutti questi dati prendono il nome di "Big Data".

Ma per chi deve controllare la flotta aziendale, come possono essere sfruttati al meglio?

I veicoli connessi sono una fonte molto importate di dati per l'azienda: dalla sicurezza, al consumo, allo stile di guida, dai percorsi effettuati e molto altro.
Scegliere un partner affidabile per gestire i vostri dati è di fondamentale importanza.

Fleet2Track è la piattaforma web e mobile che vi fornisce il controllo e l'analisi della vostra flotta a 360°.

Fleet2Track non si limita al solo controllo satellitare, come i suoi competitor, ma si spinge oltre, integrando componenti IoT.

Fornisce strumenti per integrare i dati provenienti dalla flotta con quelli aziendali, in maniera tale da avere un'analisi dell'attività al 100%.

L'azienda può passare dal calcolare in modo preciso singolarmente il TCO (Total Cost of Ownership) dei propri veicoli ed eventuali altri IoT, a monitorare  il TCM (Total Cost of Mobility).

Tutto questo grazie ai big data forniti dai sensori di Fleet2Track


martedì 8 settembre 2015

INTERNET OF THINGS: IL 5G È LA TECNOLOGIA DELLE AUTO DEL FUTURO


La nuova frontiera dello sviluppo dei veicoli automobilistici è il 5G: ad affermarlo è una nuovissima analisi Frost & Sullivan, intitolata “The Global Advent of 5G in Cars”. Già a partire da questi anni, affermano i vertici della Growth Partnership Company che da più di 50 anni sviluppa strategie di crescita per le aziende più importanti a livello globale, il mondo assisterà all’affermazione del 5G come fusione di tecnologie preesistenti, tra cui 2G, 3G, 4G e Wi-Fi, per consentire una maggiore copertura, disponibilità e densità di rete.

5G, LA CHIAVE DELLO SVILUPPO
Ma come si configura la chiave di volta dello sviluppo dell’auto del futuro? Grazie al suo principale fattore di differenziazione, ossia la maggiore connettività, il 5G incarnerà senza dubbio alcuno l’elemento chiave per lo sviluppo dei veicoli autonomi, dei servizi machine-to-machine e machine-to-infrastrutture e di Internet of things. Si diffonderà anche nell’ambito degli aggiornamenti over-the-air (OTA) poiché l’automazione di livello 3 o 4 richiede l’elaborazione di un’enorme quantità di dati in tempo reale. Attraverso il 5G, l’ambito degli aggiornamenti OTA sarà in grado di migliorare l’esperienza dei clienti e di risparmiare in maniera cospicua sulle spese di richiamo.

GIAPPONE E COREA DEL SUD DAVANTI A TUTTI
L’analisi di Frost & Sullivan scruta il futuro e non ha dubbi nell’affermare che saranno i paesi asiatici (primi fra tutti Corea del Sud e Giappone) a laurearsi leader di mercato nella commercializzazione del 5G, superando la concorrenza nordamericana ed europea. I due paesi orientali sono infatti già predisposti da un punto di vista tecnologico all’avvento della rivoluzione 5G: grazie infatti alla diffusione delle connessioni LTE (Long-Term Evolution), le infrastrutture disponibili possono facilmente supportare il 5G.

APPLICAZIONI PER VEICOLI
Se da un lato si prevede che le auto altamente automatizzate saranno commercializzate soltanto entro il 2020, il 5G sarà la forza trainante delle applicazioni per veicoli che coinvolgono l’apprendimento automatico, i sistemi di frenata e di sterzo, l’integrazione ECU, i sistemi GPS ad alta precisione, e la fusione dei sensori. Il 5G permetterà anche un virtuoso sviluppo dei dispositivi indossabili, come occhiali e orologi intelligenti, e contribuirà a rendere la realtà aumentata e la realtà virtuale caratteristiche comuni nelle automobili. Insomma, l’Internet of things è davvero alle porte, non resta che proseguire nel processo di sviluppo delle tecnologie in grado di supportarlo.

Fleet2Track ci sta già lavorando.

Articolo originale:http://www.ingegneri.cc/internet-of-things-il-5g-e-la-tecnologia-delle-auto-del-futuro.html

lunedì 7 settembre 2015

Alcune regole per una guida migliore

LE 10 REGOLE PER UNA GUIDA ECOCOMPATIBILE (ECODRIVING) 



Una guida intelligente ed una corretta manutenzione dell’autovettura consentono di ridurre i consumi e le emissioni di COdel 10-15 % migliorando anche la sicurezza sulla strada.
In sintesi, di seguito si riportano alcune indicazioni utili per ridurre i consumi di combustibile, le emissioni di CO
e migliorare la sicurezza sulla strada.
  1. Accelerare gradualmente 
  2. Inserire al più presto la marcia superiore 
  3. Mantenere una velocità moderata e il più possibile uniforme 
  4. Guidare in modo attento e morbido evitando brusche frenate e cambi di marcia inutili 
  5. Decelerare gradualmente rilasciando il pedale dell’acceleratore e tenendo la marcia innestata 
  6. Spegnere il motore quando si può, ma solo a veicolo fermo 
  7. Mantenere la pressione di gonfiaggio degli pneumatici entro i valori raccomandati 
  8. Rimuovere porta-sci o portapacchi subito dopo l’uso e trasportare nel bagagliaio solo gli 
    oggetti indispensabili mantenendo il veicolo, per quanto possibile, nel proprio stato originale 
  9. Utilizzare i dispositivi elettrici solo per il tempo necessario 
  10. Limitare l’uso del climatizzatore.
LO STILE DI GUIDA
  1. Dopo l’avviamento del motore, è consigliabile partire subito e lentamente, evitando di portare il motore a regimi di rotazione elevati. Non far riscaldare il motore a veicolo fermo, né al regime minimo né a regime elevato: in queste condizioni infatti il motore si scalda più lentamente, aumentando consumi, emissioni ed usura degli organi meccanici. 
  2. Evitare manovre inutili quali colpi di acceleratore quando si è fermi al semaforo o prima di spegnere il motore. Questo tipo di manovre, infatti, provoca un aumento dei consumi e dell’inquinamento. 
  3. Spegnere il motore in caso di sosta o di fermata. 
  4. Selezione delle marce: passare il più presto possibile alla marcia più alta (compatibilmente 
    alla regolarità di funzionamento del motore ed alle condizioni di traffico) senza spingere il motore ad elevati regimi sui rapporti intermedi. Utilizzare marce basse ad elevati regimi per ottenere accelerazioni brillanti comporta un sensibile aumento dei consumi, delle emissioni inquinanti e dell’usura del motore. 
  5. Velocità del veicolo: il consumo di carburante aumenta esponenzialmente all’aumentare della velocità. Si rende, pertanto, necessario mantenere una velocità moderata e il più possibile uniforme, evitando frenate e riprese superflue che provocano un incremento del consumo di carburante e delle emissioni. Il mantenimento di un’adeguata distanza di sicurezza dal veicolo che precede favorisce un’andatura regolare. 
  6. Accelerazione: accelerare bruscamente penalizza notevolmente i consumi e le emissioni. Si consiglia, pertanto, qualora le condizioni di marcia lo consentano, di accelerare con gradualità. 
  7. Decelerazione: decelerare, preferibilmente, rilasciando il pedale dell’acceleratore e mantenendo la marcia innestata, facendo attenzione ad evitare il fuori giri per non danneggiare il motore (in questa modalità il motore non consuma combustibile, se dotato del dispositivo “cut-off”). 
 Fleet2Track fornisce, giornalmente, i report con tutte le informazioni di "Ecodriving" e "Stile di guida" dei vostri mezzi, in maniera tale da adottare le dovute correzioni.
Oltre i report è possibile dotate il mezzo di appositi allarmi acustici e visivi, così che l'autista possa, in tempo reale, adottare una guida più eco.

venerdì 4 settembre 2015

Auto a guida autonoma, rivoluzione per l'RcAuto

L’impatto delle automobili senza conducente su logistica e assicurazioni sarà devastante. Ecco perché

di VINCENZO BORGOMEO (tratto da repubblicaMotori 03 settembre 2015)


L'auto a guida autonoma? Una questione "di vita o di morte per molte aziende del settore dell'auto" secondo gli analisti di Frost & Sullivan. E già perché la famosa macchina che viaggia bellamente da sola imporrà talmente tante rivoluzioni da costituire un cambio epocale per il settore.

L’impatto dei nuovi modelli di business e il nuovo mondo di opportunità che stanno scuotendo il mercato sono i temi chiave delle novità dell'auto senza pilota: "Le automobili autonome portano con sé un insieme più ampio di sfide - spiegano gli analisti di Frost & Sullivan - Da un lato, questi veicoli praticamente esenti da incidenti comportano poco o nessun rischio dal punto di vista delle collisioni, il che riduce drasticamente i premi di assicurazione, con un conseguente impatto diretto sulla comunità delle assicurazioni. D’altra parte, ciò comporta una nuova serie di rischi che tradizionalmente gli assicuratori non sono stati abituati ad affrontare. L’affidabilità degli algoritmi di guida, i casi d’uso non presi in considerazione dalle case automobilistiche e la robustezza della modalità di funzionamento in caso di guasti nell’architettura del veicolo sono aspetti troppo tecnici per poter essere valutati dagli assicuratori".

Il problema insomma, come è già è emerso con prepotenza, è più assicurativo che tecnico. E non è certo un caso che le auto a guida autonoma possano circolare
solo in pochissime zone. Per ora è infatti impossibile (anche per i prototipi) rispondere alla semplice domanda: in caso di incidente chi paga?

"Le assicurazioni dei veicoli - spiegano gli analisti - attualmente seguono un modello incentrato sul conducente, con una certa quantità del calcolo del rischio e del premio associata a parametri legati al veicolo e al traffico. Poiché in futuro il conducente sarà relegato al livello di un passeggero, nel momento in cui il veicolo si guida da solo, anche il modello assicurativo dovrà cambiare di conseguenza. Ciò significherebbe che i conducenti non dovrebbero pagare le stesse quote del premio assicurativo che corrispondono nello scenario di oggi".

Questo significa che alla fine - se il progetto andrà in porto - i prezzi delle assicurazioni crolleranno:si stima che quando le auto a guida automa più evolute (quelle di "livello 4" come le chiamano gli ingegneri) entreranno in commercio, il rischio di collisione potrà essere ridotto di circa il 70%. Il che si dovrebbe tradurre in un premio assicurativo di 300 euro l'anno (contro i 470 di media che un tipico proprietario europeo di automobile paga oggi). Vedremo.

Ma anche sulla logistica le auto senza pilota avranno un impatto devastante perché, si sa, la carenza di spazio è destinata ad essere la più grande sfida da affrontare nel settore, si prevede che il futuro della logistica delle persone e dei trasporti sarà quello di fondersi. “Pensate ad un modello in cui DHL o UPS consegnano pacchi piccoli e grandi utilizzando una combinazione di veicoli di proprietà, flotta commerciale e flotta di car-sharing. È inutile dire che ciò renderebbe possibile una circolazione stradale più scorrevole che può spostare persone e merci, aumentando l’utilizzo dei posti a sedere e anche dello spazio disponibile nei bagagliai”, afferma Sarwant Singh, Senior Partner di Frost & Sullivan.

Insomma il tema è complesso, ma non tanto dal punto di vista tecnico: le sfide organizzative, politiche e commerciali sono per ora le più difficili da superare. Non è un caso che proprio sul tema dell’impatto delle automobili senza conducente su logistica e assicurazioni sarà il tema di un maxi incontro che si terrà il prossimo 23 ottobre a Montecarlo.

Qui per aiutare i leader dei diversi settori a definire la strada da seguire e le future strategie di crescita, Frost & Sullivan riunirà una rete globale di esperti che arriveranno nella capitale monegasca "armati" degli studi più approfonditi. Ma sempre al volante di un'auto tradizionale...


mercoledì 2 settembre 2015

Arriva il rimorchio trasparente con la realtà aumentata




C'è l'auto con i montanti del tetto trasparenti, per offrire al guidatore una visione a 360°. E c'è quella che salva ciclisti e motociclisti invisibili all'occhio, avvisando chi guida del rischio imminente. Le tecnologie Virtual Urban Windscreen e Byke Sense, che presto saranno offerte sui modelli di serie, sono già in avanzata fase di sperimentazione sui prototipi Jaguar e Land Rover, come il cruscotto 3D e il Gesture Control, comandi solo gestuali per ridurre le distrazioni. Ora, tuttavia, il costruttore inglese sperimenta un'altra soluzione in grado di rendere migliore l'uso delle sue vetture. E' il caso di una tecnologia sulla quale i tecnici Land Rover stanno lavorando: si tratta di un sistema capace di rendere “trasparente” un rimorchio, eliminando così gli angoli ciechi creati dall'ingombro del rimorchio. La vista “in trasparenza” potrà consentire a chi guida di vedere i veicoli in avvicinamento da dietro e renderà così le manovre più semplici. Il prototipo del sistema Transparent Trailer installato su una Range Rover, abbina le immagini video del sistema di telecamere surround che comprende una telecamera di retromarcia ed altre due negli specchietti, con quelle di una camera wireless situata sul retro del rimorchio. I segnali compongono immagini video che fanno sembrare il rimorchio trasparente. Quando è agganciato al veicolo, poi, le immagini appaiono automaticamente nello specchio retrovisore interno. In retromarcia, sullo schermo di infotainment, sono visibili le immagini della telecamera posta sul retro del rimorchio, con le linee guida calibrate per facilitare la manovra. Il Cargo Sense, così, è stato ribattezzato l'innovativo sistema oltre a facilitare un carico equilibrato ed uniforme, può rilevare se durante la marcia, il carico stesso si muove all'interno del rimorchio in modo anomalo o inaspettato. In tal caso, prima che la situazione possa divenire critica, il sistema invia alla plancia un segnale Check Cargo per avvertire che può esserci un problema con il carico o con il cavallo. Ogni anno, migliaia di cavalli in tutto il mondo viaggiano verso manifestazioni equestri. Trovando sistemi di trasporto più sicuri si ridurrebbero i rischi di incidenti stradali durante il viaggio e di lesioni ai cavalli.

Augmented reality GPS could solve one of the biggest problems with driving


This augmented reality GPS could solve one of the biggest problems with driving


In 2009, there were an estimated 2.2 million car accidents in the US. Vitaly Ponomarev was one of them.
Ponomarev, CEO of the tech company WayRay, was adjusting the route on a new GPS system in the middle of traffic. It seemed simple enough, “but between a slow interface and a traffic jam, I had to reset the device itself to make it work again,” he recalls. “When I tried to reset the route, I rear-ended the car in front of me.”
A tech guy all his life, Ponomarev vowed to come up with a better system that didn’t require the driver to take his eyes of the road.
The result of that vow is Navion, a heads-up display that projects holographic images onto the driver’s windshield. It’s an application of the “augmented reality” you keep hearing about.
Only the driver can see the full-colour holographic image, which keeps pace with the car’s changing speed thanks to an in-house technology called Infinity Focus.
As the driver coasts along, Navion displays a set of green arrows on the road ahead, which guide the driver along the intended route. It also provides the current speed, how far away the destination is, and the distance until the next turn.


WayRay will launch a Kickstarter for Navion later this October. By the end of the year, the company plans to finalise the product’s design and begin worldwide shipment in May of 2016.
It will be the latest attempt to bring augmented reality into the driver’s seat. Earlier this year, BMW released MINI Augmented Vision glasses. They operate like Google Glass and seem to come with many of the same pitfalls, not the least of which is that you look like a weirdo. Last year, Jaguar unveiled a Virtual Windscreen concept, but the company says production wouldn’t begin for another 10 years.
. But unlike a Garmin or your trusty iPhone, Navion doesn’t require you to bounce your attention between screen and windshield, which will cause accidents.
But unlike the other augmented reality products vying to help you on the road, the Navion isn’t goofy-looking, it’s downright slick.


Another layer to Navion’s technology is the so-called “infotainment” layer. It connects with the driver’s smartphone via Bluetooth to display notifications in real-time on the windshield. Since safety is a top concern, users can only access this function if the car is stopped.
“You can interact with them by swiping them or clicking them with your gestures,” Ponomarev says. Atop the steering wheel will be a sensor that picks up subtle hand movements along with a microphone for voice commands. Then when you start moving, Ponomarev says, the notifications disappear.


When production begins later this year, Navion will be available in two models: a basic device that only comes with the navigation system, for $US300, and a pricier option that includes the infotainment layer, for $US500.
Eventually, Ponomarev envisions licensing the technology to major car manufacturers to bring the robust safety of heads-up display to the distracted masses.



martedì 1 settembre 2015

Basta un SMS alla scatola nera per hackerare l’auto.

Basta un SMS alla scatola nera per hackerare l’auto.



L’ultimo attacco passa per i dispositivi usati dalle assicurazioni per monitorare lo stato del veicolo.

Gli attacchi hacker alle quattro ruote stanno diventando una faccenda piuttosto comune. L’ultimo in ordine di tempo è stato eseguito da un team di ricercatori dell’università della California e ha qualcosa di inquietante.

A differenza dell’operazione completamente wireless (e per certi versi più sensazionale) portata a termine sulle Jeep Chrysler qualche giorno fa, la squadra californiana ha dovuto ottenere un accesso fisico all’abitacolo prima di poterne prendere il controllo. La componente vulnerabile del sistema infatti non è il veicolo in sé, ma un particolare modello di scatola nera, di quelle utilizzate dalle assicurazioni per monitorare lo stato delle auto. Perché possa consentire agli aggressori il controllo basta modificarla preventivamente e collegarla alla porta obd del mezzo.
Una volta fatti questi preparativi, tutto il resto può avvenire anche a distanza inviando degli specifici SMS, grazie al modulo per le comunicazioni cellulari presente di serie nel dispositivo.
Dal display del loro smartphone gli aggressori possono controllare alcuni parametri che variano a seconda del modello in questione. Per esempio, della Corvette mostrata nel video i ricercatori sono riusciti a modificare solo il comportamento dei tergicristalli e dei freni a basse velocità, ma in linea di principio, assicurano, sfruttando lo stesso tipo di vulnerabilità è possibile arrecare danni più gravi anche a veicoli differenti.
La compagnia francese che produce le scatole nere in questione è stata allertata preventivamente e ha già provveduto a rimettere in sicurezza suoi i prodotti. Eppure la notizia di un attacco del genere è ugualmente preoccupante: significa che non sono solo le auto dotate di sistemi di infotainment ad essere a rischio, ma anche veicoli più comuni connessi al gadget sbagliato.

Per questo Fleet2Track è da sempre attento alla sicurezza delle centraline installate sui propri mezzi.


Articolo originale: http://www.wired.it/gadget/motori/2015/08/12/hack-auto-sms-scatola-nera/