giovedì 17 marzo 2016

Dispositivi di guida intelligente



È stata presentata questa mattina nel corso di Fleet Manager Academy, evento dedicato agli acquirenti e gestori di flotte aziendali, la ricerca “I dispositivi di guida intelligente”, realizzata dal Corporate Vehicle Observatory di Arval Italia in collaborazione con Econometrica. 

L’indagine ha l’obiettivo di monitorare la diffusione di “auto intelligenti” nelle flotte aziendali, vale a dire di veicoli dotati di dispositivi in grado, ad esempio, di assistere nei parcheggi, segnalare la stanchezza del guidatore, mantenere la distanza impostata dal driver rispetto al veicolo che precede o frenare automaticamente. 

La ricerca dimostra che l’utilizzo di auto intelligenti all’interno delle flotte è già una realtà, con il 63% degli intervistati (gestori di flotte di dieci e più autoveicoli) che dichiara di avere almeno un’“auto intelligente” nella propria flotta. 

La maggior parte di questi afferma di aver scelto auto con dispositivi di guida intelligente per aumentare la sicurezza dei driver e, in secondo luogo, per incrementare l’efficienza della flotta. 

L’utilizzo di tali dispositivi si dimostra effettivamente in grado di rendere più efficiente la flotta: il 73% dei gestori di flotte con “auto intelligenti”, infatti, afferma che questi possono realmente contribuire a ridurre il Total Cost of Ownership (TCO). Solo il 44,6% dei Fleet Manager che non hanno all’interno della propria flotta “auto intelligenti”, invece,  ritiene che l’utilizzo di dispositivi di guida assistita influenzi il TCO. 

Questo dato evidenzia che le potenzialità e i reali vantaggi a livello di efficienza dovuti alle “auto intelligenti” sono difficili da cogliere per chi non ne le ha mai introdotte nel proprio parco auto. 

I dispositivi di guida intelligente considerati più utili dai Fleet Manager sono quelli per il rilevamento della stanchezza del guidatore (per l’83% degli intervistati), la frenata automatica in caso di emergenza (per l’83%), il mantenimento della distanza di sicurezza dal veicolo che precede (per l’82%), la segnalazione della presenza di autoveicoli nell’angolo cieco del guidatore (per il 79%), la chiamata automatica in caso di emergenza (per il 79%).  

Fleet2Track® dispone di sensori che permettono:

- Monitorare la distanza di sicurezza (avviso di collisione imminente attivo oltre i 30 Km/h) Un avviso acustico e visuale avvisa il guidatore fino a 2,7 secondi in anticipo rispetto ad una collisione imminente. Il monitoraggio della distanza di sicurezza, incluso lo scenario urbano, aggancia il veicolo che precede a 2,5 secondi di distanza e calcola costantemente ogni variazione;
- Avvisare in caso di superamento involontario della corsia (avviso attivo oltre i 55 Km/h) Un avviso acustico e visuale avvisa il guidatore del superamento involontario (senza attivare gli indicatori di direzione) della corsia di marcia. Molto utile per stanchezza e colpi di sonno;
- Avvisare la collisione imminente con pedoni, biciclette e moto (avviso attivo tra i 7 e i 50 Km/h) Un avviso acustico e visuale avvisa il guidatore di una possibile collisione con un pedone (o bicicletta, moto) nell’arco di 30 Mt;

Vuoi saperne di più, scarica la nostra documentazione: sicurezza

Articolo originale: 

sabato 30 gennaio 2016

Tenere sotto controllo lo stato della vostra flotta


All-CAN Adapter

Da oggi tenere sotto controllo lo stato dei vostri mezzi, non è stato mai così facile.
Tutte le spie presenti sul cruscotto, saranno visualizzare all’interno della piattaforma.






giovedì 21 gennaio 2016

Il governo USA accelera sulle auto a guida autonoma




Mark Rosekind, a capo della National Highway Traffic Safety Administration statunitense ha fatto sapere che il ministro americano dei Trasporti, Anthony Foxx, sarà presente a Detroit per parlare degli stimoli che l’amministrazione Obama ha previsto per favorire l’introduzione delle auto a guida autonoma. Ne parla Reuters spiegando che non c’è ancora un chiaro quadro normativo che disciplini la presenza delle auto a guida autonoma sulle strade statunitensi.


I produttori di auto e società quali Google esortano gli enti di regolamentazione a stabilire delle linee guida chiare che consentano di dare l’impulso alla corsa verso la realizzazione di auto a guida autonoma, tenendo conto di come incidenti in questo settore potrebbero portare a vertenze e controversie altamente onerose.



All’incontro parteciperanno rappresentanti di Google ma anche altri produttori di Detroit che è, lo ricordiamo, la capitale dell’industria automobilistica statunitense per antonomasia. A dicembre dello scorso anno, Rosekind aveva spiegato di essere contrario a “mosaici” di regolamentazioni statali sulle auto senza conducente, promettendo un approccio “agile e flessibile” nella definizione di nuove norme per le auto a guida autonoma.

venerdì 15 gennaio 2016

Ces 2016, l'era dell'auto che si guida da sola




Immaginate un’auto che procede a velocità costante lungo una via trafficata. Immaginate che freni per dare strada ad un’altra che si immette da una corsia laterale. Che acceleri per sorpassarne un’altra ancora. Quindi che sterzi all’improvviso, appena in tempo per evitare un pedone comparso all’ultimo istante. Ecco: ora immaginate che tutto questo accada mentre il “conducente” si gode la strada a braccia incrociate, senza muovere un dito.

Fantascienza? Forse solo in parte. Forse ancora per poco. Le smart car, le automobili intelligenti, sono già qui. Non sono ancora in grado di fare tutto da sole, ma è questione di tempo. Intanto tutti nel settore dell’automotive, e più in generale dell’industria tecnologica, si adoperano per trasformare la fantascienza vista in innumerevoli film e serie tv in realtà.

Una prova su tutte viene dal Ces di Las Vegas: durante l’edizione 2016 di quella che forse è la più grande fiera di elettronica e tecnologia al mondo, si è parlato soprattutto di macchine connesse, intelligenti, e capaci (già ora, sebbene in condizioni protette) di guidarsi da sole.

Una sfida per tutti
I nomi delle aziende impegnate in prima linea per sviluppare “self-driving car” bastano da soli a dare la dimensione del fenomeno: Google, Ford, Volkswagen, Toyota, GM sono solo alcuni dei giganti impegnati nella creazione dell'automobile del futuro. Intanto, uno studio recentemente pubblicato da Juniper Research prevede che 2025 vedremo sulle strade già 20 milioni di automobili a guida autonoma. Può sembrare una cifra enorme, eppure corrisponderà solo all’1 per cento dei veicoli presenti sul pianeta. Insomma, sarà solo l’inizio.

Sempre lo stesso studio spiega infatti che l’adozione di questi mezzi inizierà dal 2021, e che fino ad allora i sistemi a guida (sempre più) assistita dovrebbero aiutare vincere l’altra grande sfida sul campo: preparare psicologicamente i guidatori a rinunciare al controllo della loro auto in favore di un sistema automatizzato.

Interessante anche il fatto che lo studio Juniper individui in Google (e non in un’azienda automotive), il player più promettente del settore. Merito certamente della sua indiscutibile capacità tecnologia e innovativa, ma anche del fatto che l’azienda di Mountain View sperimenta ormai da anni veicoli completamente autonomi sulle strade di California e Texas, tanto da poter vantare già 1,7 milioni di chilometri percorsi.

Non è da meno Ford, che come rivelato a Las Vegas dal suo amministratore delegato Mark Fields, ha da poco portato a 30 unità il suo parco di self-driving car. Presso l’enorme stand del produttore statunitense era anche possibile vedere un prototipo dotato di sistema Lidar (acronimo dall'inglese Laser Imaging Detection and Ranging) capace di trasmettere milioni di impulsi laser al secondo per determinare la distanza di un oggetto o di una superficie nel raggio di 200 metri. E vedere il radar di terza generazione generare in tempo reale un immagine 3D della realtà circostanze, era davvero un’esperienza notevole.

L’auto “sovrumana”
«L’auto del futuro deve avere capacità sovrumane». A parlare è Jen-Hsun Huang, amministratore delegato di Nvidia, colosso tecnologico noto al grande pubblico per la produzione di processori grafici, schede madri e altri componenti per pc e console. Da almeno 10 anni l’azienda guidata da Huang lavora per rendere le automobili intelligenti, e al Ces incontra i giornalisti dopo il lancio della PX2, un sistema hardware e software che porterà sulle automobili elettriche una capacità di calcolo “pari a quella di 150 Apple Macbook Pro messi insieme”.

Il sorriso appena accennato, con l’entusiasmo e la determinazione più di chi si sta divertendo un mondo che del visionario, il Ceo di Nvidia descrive la macchina del futuro come «dotata di un “cervello” abbastanza potente da poter prendere decisioni in totale autonomia, e allo stesso tempo collegata al Cloud, alla “nuvola” di computer dall’infinita memoria e potenza di calcolo, dove risiede la nostra piattaforma per il deep learning DriveNet, grazie alla quale l’intero sistema - attraverso ogni automobile ad esso collegata - raccoglie dati sulla guida e sulla strada, li elabora, e li redistribuisce sul network migliorando le prestazioni di ogni singolo veicolo».

L’hardware prodotto da Nvidia può gestire fino a 12 telecamere contemporaneamente, insieme con sistemi radar, lidar e sensori ultrasonici. Nel farlo, raccoglie enormi quantità di dati che poi aggrega e quindi utilizza per prendere decisioni e “informare” la piattaforma di deep learning nel cloud. «E’ come insegnare a un bambino», spiega Huang senza nascondere il proprio entusiasmo per l’intelligenza artificiale a cui Nvidia sta lavorando, e a cui spetta il compito arduo di accompagnare e proteggere il guidatore: «Ci sono due differenti approcci nello sviluppo dei sistemi di guida assistita e autonoma», spiega infatti il Ceo Nvidia. «Uno che parte dall’assunto che il guidatore abbia ragione, l’altro che invece dà per scontato che abbia fatto la scelta sbagliata e vada corretto. Noi abbiamo scelto il secondo, e sviluppiamo i nostri sistemi in quella direzione».

Del resto, come dargli torto quando sottolinea che una macchina «non si stanca, non si distrae, non mansa sms mentre guida ed è quindi il co-pilota sovrumano di cui abbiamo bisogno»? Perché ciò sia possibile, ci vuole tuttavia ancora del tempo: «Accelerare, frenare, sterzare, sono cose che si possono già insegnare a una macchina». E poi - sempre secondo Huang -abbiamo già la potenza di calcolo per consentirle di prendere decisioni in pochi istanti, restando indipendente da connessioni mobili mai sufficientemente affidabili.

Ma «nel guidare c’è anche molto pensiero», che richiede ancora molto sviluppo nel campo dell’intelligenza artificiale. Intanto la questione di fondo resta «salvare quante più vite possibile, perché guidare è ancora la cosa più pericolosa che facciamo ogni giorno». E questo a tendere sarà possibile non solo introducendo le macchine a guida autonoma, ma trasformando radicalmente il nostro modo di intendere il trasporto privato che diventerà un servizio come un altro. E sarà molto più sicuro.

Be smart
Se dunque è vero che sul fronte delle macchine a guida autonoma c’è ancora da aspettare, cosa ben diversa riguarda le smart e connected car. Quelle sono già qui. Ma cos’è esattamente una smart car? «E’ un auto che conosce il suo guidatore ed è sempre un passo avanti a lui» spiega Tom Rivers, Marketing Vp per Harman, multinazionale specializzata nella creazione di sistemi audio e infotainment per le automobili (ma anche per la casa, visto che detiene marchi come JBL e AKG). «L’auto smart è quella che sa combinare le informazioni che ha su di noi, ottenute accedendo ai nostri profili digitali, per anticipare le nostre necessità».

Qui Rivers fa l’esempio dell’uomo d’affari la cui agenda è piena di appuntamenti e per il quale la macchina può gestire autonomamente le chiamate perché “conosce” scadenze e impegni e, soprattutto, può impararne le abitudini attraverso processi di “machine learning” che, ancora una volta, avvengono nella “nuvola”. Quella stessa nuvola dove risiederanno non solo le informazioni relative al profilo dell’utente/guidatore, ma anche «quelle riguardanti tutti gli altri membri della famiglia che hanno accesso all’automobile. Ognuno con le sue personalizzazioni del mezzo e delle sue funzioni, ognuno con le sue abitudini e profilo digitale che l’automobile saprà riconoscere per adattarsi alle reali necessità del singolo in pochi istanti». Tutto questo è possibile già ora e, secondo quanto sostiene Rivers, entro un anno da oggi potremmo già vedere queste tecnologie disponibili in veicoli in vendita al pubblico.

Be connected
Intanto il mercato vede comparire uno dietro l’altro modelli di automobili sempre più “Connected”. «Oggi l’automobile deve saper essere connessa tanto a internet, da cui trae intelligenza e funzionalità , quanto al guidatore cui deve saper offrire informazioni ma anche saper “chiedere”. Per esempio se ha bisogno di un intervento di manutenzione». Dan Kinney, direttore della User Experience per General Motors, ci tiene a sottolineare che «quando parliamo di “auto connessa”, intendiamo anche e soprattutto con l’utente», quindi distingue tre tipi di connessione: remota, di prossimità e all’interno del veicolo.

Quando l’auto è lontana, «l’utente può avere bisogno di sapere dove questa si trovi, in che condizioni sia, se servono interventi. O anche di bloccarne il motore in caso di furto. E questo per noi è già possibile grazie al sistema OnStar», spiega Kinney. Quando poi ci si avvicina all’automobile, le necessità cambiano: «Serve ad esempio che la macchina si “svegli”, ci riconosca e ci accolga, lasciandoci accedere e settando le nostre impostazioni preferite». Infine, dentro l’abitacolo, «la vettura deve sapersi connettere alla nostra identità digitale, per esempio utilizzando il nostro smartphone» (dove ormai risiedono quasi tutte le informazioni che ci riguardano), per riprodurre sul proprio sistema musica, informazioni relative al traffico, e mappe. Esattamente quello che ora avviene con le versioni automotive di Apple iOS e Google Android, finalmente disponibili sulle prime vetture in commercio e che tuttavia presentano ancora ampi margini di miglioramento.

Rivoluzione in quattro fasi
Insomma, quello che ci attende nei prossimi anni è un cambiamento epocale dello stesso modo di intendere l’automobile, oltre che di produrla ed equipaggiarla. Forse non basteranno due anni per vedere in strada la prima self-driving car commerciale, come sostiene l’imprenditore e guru tecnologico Elon Musk. E forse non ne basteranno nemmeno 5, come si è lasciato sfuggire a Las Vegas il Ceo di Ford Mark Fields (salvo poi prodigarsi in precisazioni e distinguo).

Tuttavia la strada è tracciata e passerà per almeno quattro fasi. Come spiega ancora Kinney di GM: «Il primo passo, la connected car, è già una realtà». E già iniziano a vedersi i primi servizi che collegano l’automobile alla casa, per esempio consentendo di accendere le luci o il riscaldamento dal veicolo, oppure di aprire le porte e accendere il motore dell’auto mentre si è ancora in casa.

Il prossimo sarà la diffusione di veicoli autonomi, che apriranno la strada alla terza fase evolutiva del settore automotive, ovvero la nascita del carsharing privato». Secondo Kinney, infatti, la disponibilità di veicoli autonomi e connessi, personalizzabili secondo le esigenze di ogni guidatore, sempre rintracciabili consentirà a ogni utente di mettere la propria auto a disposizione di utenti sconosciuti, i quali – pagando - potranno accedervi ed utilizzarla con le proprie credenziali in piena sicurezza. «Il quarto step della rivoluzione automobilistica – conclude Kinney – sarà poi la realizzazione di nuovi sistemi di propulsione alternativi a quelli esistenti», che ci liberino davvero dalla schiavitù del petrolio.

E forse solo allora, la metamorfosi delle automobili così come oggi le conosciamo, sarà finalmente completa.

giovedì 7 gennaio 2016

Ford svela la self-driving car: più utilitaria che "di lusso"



Tutti si aspettavano l’annuncio della partnership con Google nel campo delle self driving car, le auto senza conducente che sono tra i principali “temi” in agenda al Consumer electronics Show di Las Vegas. Ma nella sua conferenza stampa durante l’evento in Nevada Mark Fields (nella foto), Ceo e amministratore delegato di Ford, ha dato qualche anticipazione sulle strategie della casa automobilistica statunitense del campo delle connected cars. Iniziando da un principio generale: l’auto con il pilota automatico sarà un prodotto che cercherà di ritagliarsi uno quota di mercato importante: “Quando sarà lanciato il primo veicolo autonomo di Ford - ha detto Fields nel corso della conferenza stampa durata circa 30 minuti - non sarà solo per persone che possono permettersi auto lussuose”. 
Quanto alla collaborazione con Google, Fields non è sceso nei dettagli: “Continuiamo a lavorare con altri gruppi - ha sottolineato - vi assicuro che daremo più notizie”.

Al di là delle auto senza conducente, in ogni caso, Ford continua la lavorare a progetti sulle smart car, coinvolgendo nelle sperimentazioni dei sistemi di gestione dei veicoli sia Apple sia Google.


L’ultimo annuncio però riguarda la collaborazione avviata con Amazon: Ford infatti cha scelto per l’installazione sulle proprie vetture l’assistente vocale “Amazon Echo”, attraverso il quale sarà possibile dialogare dall'auto con la propria casa, ad esempio accendendo luci o elettrodomestici, o, viceversa, accendere l'auto prima di uscire di casa.

giovedì 24 dicembre 2015

Its: nel 2018 sarà di 40 miliardi il valore del mercato delle auto connesse



Il valore del mercato globale delle auto connesse (o “connected cars”) sarà di circa 40 miliardi di euro nel 2018, con un aumento del 66,7% rispetto al valore di 24 miliardi stimato nel 2015. Anche il mercato dei sistemi Adas (Advanced Driver Assistance System) per l’assistenza alla guida sulle auto presenterà una crescita nei prossimi anni, passando dai circa 4 miliardi di euro nel 2015 ai 7 miliardi di euro stimati nel 2018, con un aumento del 75%. Lo comunica l’Osservatorio Autopromotec, la rassegna espositiva internazionale delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico, analizzando dati forniti da AlixPartners.

I  veicoli connessi, ovvero veicoli dotati di soluzioni di connettività mobile in grado di assistere con efficienza il conducente e soprattutto di fornirgli informazioni sulla sicurezza e sul veicolo in tempo reale, ricevono a bordo del veicolo informazioni su traffico e diagnostica, interagendo con le infrastrutture stradali per la raccolta e lo scambio di dati e con i dispositivi elettronici dei conducenti (ad esempio smartphone o tablet) per avere a disposizione un sistema di infotainment centralizzato (navigazione, chiamate, musica, etc.).

I sistemi ad alto contenuto tecnologico per l’assistenza alla guida delle autovetture (i cosiddetti Adas, Advanced Driver Assistance System), in parte già disponibili sul mercato, sono pensati per integrare una vasta gamma di funzioni di assistenza alla guida: dai sensori di parcheggio automatico a quelli di spostamento controllato della corsia, dai sistemi di controllo della sterzata a quelli predittivi di frenata. Tra i dispositivi Adas rientra anche la cosiddetta “guida autonoma”, ovvero la facoltà dell’auto di guidarsi da sola senza il coinvolgimento del conducente. Tali tecnologie, dunque, diventeranno una componente sempre più diffusa ed essenziale per rendere più sicura la circolazione e tutelare la salute dei passeggeri

Naturalmente, si legge nello studio, le caratteristiche di questo mercato alimenteranno la necessità di maggiori investimenti da parte delle case automobilistiche, oltre al normale lavoro di sviluppo per nuovi veicoli. 

Anche il mondo dell’autoriparazione sarà interessato da questo contesto in rapida evoluzione. I cambiamenti, infatti, comporteranno necessariamente continue sfide di adeguamento anche per il settore dell’aftermarket automobilistico, che dovrà essere in grado di compenetrare una pluralità di competenze e puntare su una specializzazione sempre maggiore, sia nelle attività di officina che nella produzione di attrezzature per l’autoriparazione sempre più tecnologicamente avanzate.

Per seguire lo sviluppo dell’innovazione tecnologica nel settore dell’autoriparazione e dell’aftermarket automobilistico l’appuntamento è alla prossima edizione di Autopromotec che si terrà, sempre nel quartiere fieristico di Bologna, dal 24 al 28 maggio 2017.


martedì 22 dicembre 2015

Guida autonoma e IoT: l'auto diventa un assistente personale



Bosch torna al CES di Las Vegas puntando sull'auto "intelligente": connessa, autonoma e in grado di semplificare la quotidianità, a cominciare dalla ricerca del parcheggio. Dal 6 al 9 gennaio, la multinazionale tedesca presenterà alcuni concept e una showcar sviluppata appositamente per anticipare l'auto del futuro, anche sul fronte della sicurezza.


La showcar fa da assistente personale. La "visione" di Bosch verrà sintetizzata in una vettura a guida autonoma in cui il cruscotto e la console centrale sono stati trasformati in un grande display elettronico, in grado di visualizzare diverse informazioni a seconda del contesto e della situazione. Tra queste non manca l'avviso per l'attraversamento dei pedoni, proiettato dallo schermo come una sequenza di luci molto visibili. Il sistema può inoltre memorizzare le preferenze personali e l'agenda della giornata, avviando automaticamente la navigazione a seconda degli appuntamenti. Completamente immersa nell'Internet delle Cose (meglio nota come IoT, Internet of Things), la showcar garantirà anche la connessione ai sistemi di domotica smart (utile per attivare a distanza il riscaldamento o gli allarmi) e sarà dotata di comandi evoluti, sia gestuali che vocali.

Guida e parcheggio automatici. Ovviamente, sulla concept non mancherà il pilota automatico, inseribile a piacimento: secondo Bosch, nel 2020 la guida autonoma in autostrada sarà molto diffusa e permetterà di ridurre "significativamente" il numero di incidenti. A Las Vegas un altro veicolo, in mostra al Sands Expo, consentirà di approfondire l'evoluzione della tecnologia, già sperimentata da Bosch sulle autostrade tedesche, americane e giapponesi. Assieme alla guida autonoma, l'azienda presenterà anche un sistema di valet parking automatico attivabile tramite un'apposita app: la tecnologia consentirà alla vettura di parcheggiarsi da sola all'interno dei garage, grazie ai sensori di bordo e a quelli collocati sulla pavimentazione.

La lotta al contromano. Un altro sistema che debutterà dal vivo a Las Vegas si ripromette di minimizzare la piaga dei contromano. La soluzione si basa su un modulo software (integrabile in qualsiasi app per smartphone o sistema infotainment) e punta ad avvisare gli automobilisti grazie alla connessione al cloud. Il meccanismo è relativamente semplice: durante la marcia, il sistema confronta la direzione del veicolo con quella consentita in una determinata strada, inviando le informazioni (rese anonime) a un database centrale. In caso di incongruenze, rilevabili in tempo reale, il cervellone centrale invia un allarme sia al conducente che ha imboccato la strada contromano che ai veicoli nelle sue vicinanze, riducendo il rischio di impatto. Avendo una base crowd, l'angelo custode digitale diventa più preciso all'aumentare delle auto connesse al network. Sulla scia del sistema anti contromano c'è anche quello che Bosch chiama "orizzonte connesso": grazie al collegamento con la Rete (e dunque alle altre auto e alle infrastrutture), la tecnologia permetterà all'auto di "vedere" oltre gli incroci e di riconoscere i pericoli sulla strada, anticipando incidenti, cantieri e ingorghi: l'obiettivo, in maniera simile all'eHorizon di Continental, è migliorare sia la sicurezza che i consumi.

Il touch screen con feedback tattile. Infine, a Las Vegas Bosch porterà anche lo schermo Touch & Feel, un display dotato di una tecnologia di feedback tattile che permette di percepire i tasti come se fossero veri. La "magia" sta nelle variazioni della struttura superficiale, con parti ruvide, lisce o sagomate: in questo modo, il touch screen è in grado di restituire una sensazione meccanica, minimizzando le distrazioni durante l'uso delle funzioni di bordo. Il display è già stato premiato con il CES 2016 Innovation Award nella categoria dell'infotainment. D.C.

Articolo originale: http://www.quattroruote.it/news/nuove_tecnologie/2015/12/21/bosch_ces_2016_guida_autonoma_e_iot_l_auto_diventa_un_assistente_personale.html