giovedì 29 ottobre 2015

Sempre più "smart": ecco come funzioneranno i camion intelligenti di domani



Oggi sulle strade europee sono presenti circa 175.000 camion Volvo connessi online. Già da ora, alcuni di essi sono in grado di inviare informazioni sulla necessità di manutenzione, tanto che è addirittura possibile effettuare alcuni interventi in remoto. Ma questo è solo l'inizio.
«Ad esempio, nei prossimi anni il camion potrà monitorare il proprio stato in tempo reale: in questo modo l'assistenza sarà più semplice e rapida e, di conseguenza, la produttività sarà migliore per tutti, autisti, officine e società di trasporti», spiega Hayder Wokil, Director Quality and Uptime presso Volvo Trucks.
In futuro, il camion renderà più agevole anche il lavoro amministrativo in officina, perché potrà prenotare i propri interventi di assistenza quando e se necessario, riservando il meccanico appropriato per i lavori e ordinando in anticipo i ricambi. Le riparazioni potranno essere eseguite ovunque si trovi il camion e in orari adeguati al suo programma di lavoro.
«L'intervento di assistenza verrà sincronizzato con gli orari di lavoro del camion e sarà prenotato nell'officina più vicina in un momento in cui il veicolo non sarebbe stato comunque operativo, ad esempio di notte o durante le pause obbligatorie dell'autista. Tramite la connettività online, il camion potrà anche eseguire semplici riparazioni in remoto e in totale autonomia», continua Hayder Wokil.
Il camion di domani darà spazio anche a una maggiore flessibilità. Visto che per questi mezzi il potenziale di connettività continua a svilupparsi, sarà possibile definire le specifiche dei veicoli perché siano adeguate a ogni singolo incarico, con conseguente maggiore efficienza nelle operazioni.
«I camion della prossima generazione saranno sempre più personalizzati: ad esempio, potranno essere specificati su misura per adeguarsi alle esigenze dell'operatore e allo stile di guida dell'autista. Potranno anche aggiornare la propria configurazione per eseguire al meglio incarichi di trasporto specifici», spiega Hayder Wokil.
Per trarre il massimo vantaggio dalla connettività, è fondamentale raccogliere una grande quantità di dati.
Secondo Per Adamsson, Director Strategy and Business Development presso Volvo Group Telematics, i camion seguiranno la stessa tendenza evidenziata di recente per gli smartphone. Nel settore automotive, si parla di "smartphone su ruote".
«In un futuro prossimo, i camion potranno comunicare con altri utenti della strada e con dispositivi dotati di connessione mobile in remoto, ad esempio i caschi, per contribuire a ridurre il rischio di incidenti e i fermi imprevisti», rivela Per Adamsson.
«Grazie alla connettività online, in futuro il camion potrà monitorare in modo indipendente lo stato del traffico e selezionare l'itinerario più efficiente in caso di ingorghi o lavori stradali presenti lungo il percorso», continua.
Tuttavia, anche se gran parte della tecnologia necessaria per realizzare il camion di domani esiste già oggi, può passare del tempo prima che questo scenario si realizzi.
«La sfida più grande consiste nel vagliare l'enorme quantità di dati che raccogliamo dai veicoli. Prima di poter trasformare in quotidiana realtà l'idea di una nuova generazione di camion, sarà necessario sviluppare ulteriormente l'infrastruttura per la connettività in tutto il mondo», dichiara Hayder Wokil.
Quattro tendenze future nel settore dei trasporti
1) Servizi intelligenti
Entro pochi anni, i produttori di camion saranno in grado non solo di prevedere i guasti, ma anche di capire meglio perché si verificano prima che accadano. Il veicolo sarà anche in grado di correggere da solo guasti minori, emettendo un avviso e prenotando un intervento di assistenza prima che nascano problemi.
2) Riduzione del carico amministrativo
In futuro, per società di trasporti e officine l'assistenza comporterà molto meno lavoro amministrativo, perché il camion sarà in grado di gestirla in gran parte da solo, ad esempio prenotando gli interventi o scaricando e aggiornando il proprio software di bordo.
3) Veicoli connessi
Tutti i prodotti di uso quotidiano, come orologi, giacche e caschi, in futuro saranno in grado di comunicare direttamente tra loro, se utile. Ad esempio gli orologi da polso non indicheranno solo l'ora, ma potranno monitorare il battito cardiaco dell'autista ed emettere un avviso o addirittura attivare il pilota automatico in caso di problemi.
4) Personalizzazione

Con più informazioni a disposizione sull'autista e sul proprietario del camion, per il produttore diventa più semplice personalizzare il veicolo perché sia perfettamente adeguato agli stili di guida e agli incarichi di trasporto specifici

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lunedì 26 ottobre 2015

Volvo, presto il camion sarà nell'Internet delle Cose


Il costruttore svedese di veicoli industriali mostra le principali innovazioni che vedremo nei prossimi anni e che interessano soprattutto la connessione telematica tra l'automezzo e l'ambiente.


Entro breve tempo - afferma Hayder Wokil, Director Quality and Uptime di Volvo Trucks - assisteremo a una vera rivoluzione nei trasporti. E poi rilancia sostenendo che "i veicoli intelligenti del futuro assomigliano più a smartphone su ruote che a un camion tradizionale". Già oggi, ovviamente, i veicoli pesanti sono connessi online e solo quelli marcati Volvo che viaggiano sulle strade europee sono 175mila. Ma, precisa la Casa svedese, questo è solo l'inizio.
Un campo importante d'applicazione è la manutenzione: "Nei prossimi anni il camion potrà monitorare il proprio stato in tempo reale. In questo modo l'assistenza sarà più semplice e rapida e, di conseguenza, la produttività sarà migliore per tutti, autisti, officine e società di trasporti", spiega Wokil. Ciò agevolerà anche il lavoro amministrativo dell'officina, perché il camion stesso potrà prenotare in modo automatico gli interventi si assistenza, riservando così il tecnico appropriato e ordinando in anticipo i ricambi.
"L'intervento di assistenza verrà sincronizzato con gli orari di lavoro del camion e sarà prenotato nell'officina più vicina in un momento in cui il veicolo non sarebbe stato comunque operativo, ad esempio di notte o durante le pause obbligatorie dell'autista. Tramite la connettività online, il camion potrà anche eseguire semplici riparazioni in remoto e in totale autonomia", prosegue Hayder Wokil.
Un altro elemento è la personalizzazione dell'autoveicolo, sulla base delle sue attività: "I camion della prossima generazione saranno sempre più personalizzati. Per esempio, potranno essere specificati su misura per adeguarsi alle esigenze dell'operatore e allo stile di guida dell'autista. Potranno anche aggiornare la propria configurazione per eseguire al meglio incarichi di trasporto specifici".


Il paragone con gli smartphone è giustificato - secondo Per Adamsson, Director Strategy and Business Development di Volvo Group Telematics – dalle possibilità offerte dalla comunicazione: "In un futuro prossimo, i camion potranno comunicare con altri utenti della strada e con dispositivi dotati di connessione mobile in remoto per contribuire a ridurre il rischio di incidenti e i fermi imprevisti. Grazie alla connettività online, in futuro il camion potrà monitorare in modo indipendente lo stato del traffico e selezionare l'itinerario più efficiente in caso di ingorghi o lavori stradali presenti lungo il percorso».
La tecnologia per attuare tutto ciò esiste e viene in parte già usata oggi. Il problema non è tanto nell'hardware di borso, quanto, precisa Wokil, "nel vagliare l'enorme quantità di dati che raccogliamo dai veicoli. Prima di poter trasformare in quotidiana realtà l'idea di una nuova generazione di camion, sarà necessario sviluppare ulteriormente l'infrastruttura per la connettività in tutto il mondo".



giovedì 22 ottobre 2015

Dall'auto alla casa l'Internet of Things conquista le assicurazioni


Polizze su misura, costi ridotti, maggiore capacità di prevedere i rischi: gli assicuratori d'auto, ma anche di altri settori, integrano sempre più spesso nella loro attività device connessi e analisi dei dati


Anche gli assicuratori d'auto possono proficuamente usare la Internet of Things per il loro business; anzi, società americane come Progressive, Allstate e State Farm sfruttano già la IoT per monitorare le abitudini dei loro assicurati, raccogliendo dati che rivelano quanto spesso usano la macchina, per quanto tempo guidano e in quali orari della giornata, addirittura le variazioni nella velocità del loro veicolo. Questi dati e la loro analisi possono aiutare le società assicuratrici ad abbattere i costi grazie a una migliorata capacità di valutare i livelli di rischio dei loro clienti mentre i consumatori possono aspettarsi di pagare premi meno alti, sempre che guidino con prudenza.

I sistemi più utilizzati per monitorare le abitudini di guida, si legge nel più recente studio di BI Intelligence, sono quelli basati sulle chiavette per la diagnostica di bordo (On Board Diagnostic dongles), che mandano dati sulle abitudini del conducente direttamente all'assicuratore. Queste "chiavette" con porta Usb sono inserite nella macchina sotto il volante e connesse in Rete. BI Intelligence stima che ci sono già 155 milioni di veicoli circolanti in Nord America compatibili con i kit di diagnostica di bordo e il loro numero salirà perché il parco macchine continua ad essere rinnovato.

Lo studio di BI Intelligence esamina l'impatto della IoT sull'industria assicurativa analizzando in particolare i mercati assicurativi degli Stati Uniti e i modi in cui gli assicuratori integrano i device della IoT nella loro attività. Tutti i settori sono indagati, non solo le assicurazioni auto, ma anche sulla vita, sulla salute o sulla proprietà; tuttavia le assicurazioni d'auto sono quelle che più spesso adottano il modello assicurativo usage-based (USI): entro il 2020, più di 50 milioni di automobilisti statunitensi avranno provato l'assicurazione UBI, che permette, potenzialmente, di abbassare il premio.

Al tempo stesso la IoT aiuta gli assicuratori a ridurre i rischi e mitigare i costi: per esempio, le società che assicurano le case negli States spingono i loro clienti a installare device connessi che avvisano di potenziali pericoli per la proprietà. Inoltre, l'analisi basata sulla IoT può essere usata per prevedere eventi futuri, come emergenze meteo; gli assicuratori avvertono i clienti e cercano di contenere i danni, oppure preparano polizze più in linea con i profili di rischio.

BI Intelligence nota anche che le società di assicurazioni sulla proprietà impiegano in misura crescente i droni per valutare i danni dopo un incidente: la società di consulenza Cognizant stima che i droni renderanno più efficiente del 40%-50% il lavoro dei periti che valutano i danni per le assicurazioni.


venerdì 16 ottobre 2015

Robot e big data, Audi reinventa la produzione con la Smart Factory


Audi ha immaginato la fabbrica del futuro: un sistema modulare armonico ed efficiente che si muove come un’orchestra


La data fissata è il 2035. È l’anno entro cui la produzione dei modelli della casa dei quattro anelli verrà rivoluzionata passando da un sistema basato sulla catena di montaggio ad una struttura modulare composta da punti di produzione coordinati da una torre di controllo centrale.

È la Smart Factory, la nuova sfida di Audi: «La nostra idea è costruire unità produttive più piccole e flessibili che possano lavorare esattamente dove si trova la domanda, rispondendo in modo più veloce ed efficiente alle esigenze dei nostri clienti» spiega Felix Schwabe, portavoce del progetto. Le automobili del futuro secondo Audi non saranno molto diverse da quelle del 2015. Avranno ancora quattro ruote e saranno composte principalmente di metallo (anche se nei laboratori di ricerca Audi si stanno sperimentando materiali alternativi come la canapa e altri prodotti organici), ma quello che cambierà radicalmente sarà il sistema con cui vengono realizzate. Si chiama “Produzione 4.0”, un futuro vicino fatto di networking, robotica e un altissimo livello di tecnologia che non escluderà l’intervento specializzato dell’uomo: «La Smart Factory è integrazione, digitalizzazione, networking, una logistica innovativa e un design progettato su misura per ogni automobilista.

Le auto si possono comprare ovunque, noi vogliamo offrire un servizio personalizzato e flessibile» dice Alois Brandt, membro del teamche ad Ingolstadt sta immaginando la fabbrica del futuro.

Come si può realizzare? Sviluppando al massimo la tecnologia, per esempio introducendo l’uso di stampanti 3D e scanner per disegnare i sedili su misura del guidatore nei Costumer Center, droni per trasportare i vari elementi da un modulo all’altro e una nuova generazione di robot intelligenti in grado di assistere i lavoratori specializzati, ma soprattutto costruendo una rete di comunicazione basata sull’analisi dei Big Data. Tutto ruota intorno ad un concetto: il passaggio dai Big Data agli Smart Data, ovvero creare un sistema che sia in grado di gestire un flusso di lavoro in cui tutte le parti comunicano con le altre generando un enorme volume di dati che vanno processati continuamente e resi, appunto, intelligenti. Fabian Rusitschka del Technology Development Innovation Management di Audi ci lavora da oltre tre anni: «Non bisogna più ragionare in termini di cicli produttivi lineari con tempistiche prestabilite, è necessario immaginare un sistema interconnesso che riesca a gestire ogni tipo di domanda di automobili, sia dal punto di vista dei numeri che delle specifiche dei diversi modelli».

La soluzione più affascinante è quella delle cosiddette “Isole di Competenza”: nella Smart Factory modulare l’automobile non viene più prodotta in serie in catena di montaggio ma si muove da un punto di produzione all’altro, viene rifornita dei materiali e delle lavorazioni necessarie e poi passa al punto successivo fino a quando è pronta per essere consegnata al cliente con tutte le personalizzazioni e gli accessori che ha richiesto. Il sistema sa esattamente dove sono le singole parti e ciò di cui l’automobile ha bisogno in ogni fase e la indirizza ogni volta verso l’isola di competenza adeguata. È una danza tecnologica che si svolge seguendo la musica invisibile composta dal flusso di dati ed è coordinata da un direttore d’orchestra, la torre centrale, il cervello del sistema. È questo il vero futuro della tecnologia, dare vita a realtà sempre più sorprendenti, armoniche ed efficienti. La Smart Factory non è solo un progetto, è un obiettivo. E la sua realizzazione è sempre più vicina. Audi vuole provare a realizzarlo per continuare ad essere all’avanguardia della tecnica.



martedì 13 ottobre 2015

Autoveicoli autonomi, Volvo pronta ad assumersi le responsabilità in caso di incidenti


Volvo è sicura che i veicoli che si guidano da soli permetteranno di ridurre al minimo il rischio delle collisioni ed è pronta ad assumersi le responsabilità in caso di sinistri




Tutte le più importanti società dell’industria automobilistica e big nel settore IT, Apple inclusa, stanno lavorando agli autoveicoli autonomi, tecnologia che potenzialmente potrebbe migliorare sensibilmente la sicurezza sulle strade. Rimane da risolvere il problema della responsabilità in caso di incidenti, determinare come calcolare la percentuale di responsabilità in caso di sinistri. Un’interessante presa di posizione arriva da Volvo. Håkan Samuelsson, CEO della società svedese, ha detto che la sua azienda è pronta ad assumersi le piene responsabilità in caso di incidente provocato da un veicolo a guida autonoma. Volvo probabilmente sta studiando accordi ad hoc con le assicurazioni, una mossa che potrebbe spingere anche altri produttori a fare lo stesso. Samuelsson chiede ad ogni modo agli stati USA ma anche all’Europa una proposta di armonizzazione globale di regole e leggi al fine di disciplinare la presenza di veicoli autonomi sulle strade. Negli USA al momento solo in alcuni stati sono accettati questo tipo di veicoli ma ogni stato ha sue specifiche regole per la circolazione.

Volvo da tempo sta sperimentando veicoli automatici; alcune auto a guida semi autonoma sono già in circolazione sulle strade svedesi e il produttore ha dichiarato che entro il 2017 i primi clienti reali utilizzeranno 100 Volvo semi automatiche sulle strade pubbliche: il primo progetto di guida autonoma su larga scala al mondo. Il progetto è realizzato grazie a una collaborazione tra Volvo Car Group, Ministero dei Trasporti svedese, Ente Trasporti svedese, Politecnico Lindholmen e Città di Göteborg, ed è sostenuto dal governo svedese.

Tra i vantaggi delle auto che si guidano da sole, Volvo evidenzia interventi inferiori su freni e acceleratore e il notevole risparmio di carburante sarà notevole, in determinate circostanze arriva fino al 50% in meno. La casa svedede si è posta di raggiungere l’obiettivo di zero vittime causate da lesioni mortali o gravi alla guida di una nuova Volvo entro il 2020. Come abbiamo spiegato qui, da un lato, questi veicoli sono praticamente esenti da incidenti e comportano poco o nessun rischio dal punto di vista delle collisioni, il che dovrebbe permettere di ridurre drasticamente i premi, con un conseguente impatto diretto sulla comunità delle assicurazioni; d’altra parte, ciò comporta una nuova serie di rischi che tradizionalmente gli assicuratori non sono stati abituati ad affrontare.

mercoledì 7 ottobre 2015

Audi: la realtà virtuale aiuta il montaggio


Un bracciale e la tecnologia dei videogiochi supportano la Casa tedesca nella preparazione di una catena di montaggio


Prima dell’inizio del montaggio di ogni nuova serie di modelli, in Audi esiste un reparto che simula ogni gesto e ogni passaggio che verrà poi fatto in fase di assemblaggio. Come? Con l’aiuto della realtà virtuale. Chiamata CAVE, in questo caso.

IL FUTURO E’ QUI - Nella sede della Casa dei quattro anelli, un ufficio e uno staff apposito studiano in 3D i materiali e i pezzi da assemblare e anche i movimenti che i vari addetti dovranno ripetere ogni giorno per mettere insieme le varie parti delle auto. Sono i dipendenti stessi a fare da protagonisti, muovendosi in uno spazio apposito dove possono replicare i gesti quotidiani con tanto di occhiali 3D e di un bracciale bluetooth che invia a un computer informazioni sui movimenti dei muscoli dell’avambraccio.

COME IN UN VIDEOGIOCO - A spostare i vari componenti virtuali sono gli invece gli sviluppatori, che utilizzano invece un controller derivato da una console di videogames. Anche questo è un passaggio importante, perché in fase di assemblaggio reale permette di posizionare i vari componenti nel modo più corretto e funzionale per ogni addetto.

UTILE PER TUTTI - Quello del CAVE un aspetto fondamentale della produzione di una serie di modelli, perché attraverso i risultati e i dati forniti dalla realtà virtuale è possibile ottimizzare al meglio sia gli spazi e gli ingombri, sia la quantità di movimenti e passaggi da far fare agli addetti di ogni singola zona della catena di montaggio.
In questo caso, si può dire che la realtà virtuale è utile sia per risparmiare tempo sia per preservare intatte le capacità fisiche dei lavoratori.